Cedolare Secca: esclusione per il nudo proprietario

lentepubblica.it • 21 Febbraio 2023

L’Agenzia delle Entrate, con la risposta ad interpello n. 216/2023, ha fornito chiarimenti sull’esclusione per il nudo proprietario dal regime della cedolare secca.

Nel caso in esame l’istante intende stipulare un contratto di locazione a canone libero sulla nuda proprietà di un immobile abitativo: pertanto, chiede all’Agenzia se, in quanto ”nudo proprietario”, può accedere al regime della cedolare secca. Ecco cosa ha risposto al quesito l’Amministrazione finanziaria.

Cedolare Secca: esclusione per il nudo proprietario

Nella risposta n. 216/2023, l’Agenzia riepiloga la disciplina sui diritti reali di usufrutto e nuda proprietà e quella relativa all’applicazione del regime della ”cedolare secca” in vigore a decorrere dall’anno 2011.

Si tratta del regime opzionale di imposizione sostitutiva sul reddito fondiario derivante dalla locazione di immobili abitativi, che sostituisce l’IRPEF, le addizionali regionale e comunale all’IRPEF, nonché le imposte di registro e di bollo relative al contratto di locazione.

Nel caso esaminato, vale a dire di un nudo proprietario che ha la disponibilità di fatto di una parte dell’immobile (del quale la madre è usufruttuaria) che intende locare a terzi, non è possibile optare per il regime della cedolare secca.

Questo regime, infatti, si pone in alternativa facoltativa rispetto al regime ordinario vigente per la tassazione del reddito fondiario, ai fini dell’Irpef, che non può essere imputato al nudo proprietario ai sensi dell’articolo 26 del Tuir (Testo unico delle imposte sui redditi).

L’articolo 26 del TUIR prevede che i redditi fondiari concorrono, indipendentemente dalla percezione, a formare il reddito complessivo dei soggetti che possiedono gli immobili a titolo di proprietà, enfiteusi, usufrutto o altro diritto reale, salvo quanto stabilito dall’art. 30, per il periodo di imposta in cui si è verificato il possesso.